Caserma Camandone. Bene il progetto verde, ma nessuna speculazione…
Il Circolo Dianese di Rifondazione Comunista, in riferimento al progetto di rinaturalizzazione dei piazzali del complesso della ex Caserma Camandone, che pur ricadendo nel Comune di Diano Castello, riguarda tutto il dianese e segnatamente Diano Marina rileva quanto segue:
il progetto si riferisce ai piazzali non edificati al centro del complesso. Si tratta di fatto di 3 piazzali ciascuno di circa 5.000 mq di cui quello centrale asfaltato ed i due laterali in terra battuta. Da quanto è dato ritenere, il progetto intende avvalersi della opportunità di finanziamento UE per la de-impermeabilizzazione dei suoli urbani, lo stesso cui fa ricorso il Comune di Imperia per il cosiddetto “Bosco Urbano” che si vorrebbe realizzare al posto di un tratto della via Amerigo Vespucci.
La rinaturalizzazione dovrebbe rendere disponibile un’area–parco di circa 1 ettaro e mezzo. Il Piazzale centrale, reso impermeabile dalla pavimentazione presente, sarà de-impermeabilizzato con la rimozione dell’asfalto mentre quelli laterali in terra battuta – permeabili – saranno de-compattati mediante una lavorazione superficiale meccanica del terreno.
Si provvederà alla posa degli impianti per la subirrigazione, alla bonifica del terreno, alla concimazione ed a tutte le ordinarie operazioni di preparazione per la piantumazione. La prima considerazione è che un intervento di tale tipo lo si doveva fare da decenni.
Tuttavia ci preme evidenziare che l’esperienza di molti interventi sulla vegetazione urbana nei nostri territori è decisamente problematica se non negativa: intanto in quanto non viene mai considerata la “Vegetazione Urbana” mentre si s- parla di “Verde”, ossia di una forma di decorazione urbana estranea alle funzioni della vegetazione che, è necessario ricordarlo, sono molteplici e fondamentali e spaziano dalle Funzioni termodinamiche (termoregolazione), all’Ombreggiamento, alla Fono assorbenza, alla schermatura agli inquinanti, all’Assorbimento della anidride carbonica e la produzione di ossigeno, alla realizzazione del ciclo idrico fra acqua di falda ed atmosfera, al potenziamento della Biodiversità, alle positive ricadute sulla salute fisica e mentale, al miglioramento estetico della città e della sua immagine turistica.
Una delle prove di questa inadeguatezza nell’approccio alla vegetazione è lo straripante utilizzo delle Palme (Piante peraltro interessantissime sul piano botanico e bellissime sul piano decorativo se ben inserite, ma di fatto inutili sul piano delle funzioni suddette, fino al loro improvvido impiego lungo la pista ciclabile in Imperia che avrebbe dovuto essere intelligentemente protetta in sede urbana da un “tunnel” di alberi d’ alto fusto a foglie caduche (Tiglo, Platano, Gelso, … ).
La previsione della sub irrigazione è data per scontata per ottenere un risultato a breve termine gradevole e ben vendibile politicamente ma se non ben gestita (come quasi sempre avviene) provoca negli alberi la formazione di radici superficiali, che non raggiungono la falda freatica e conseguentemente ne riducono la stabilità e resistenza ai venti, cui consegue l’effettuazione di potature devastanti con il pretesto di prevenire schianti radicali ma di fatto vanificando le potenti funzioni della vegetazione, comprese quelle estetiche.
Non sappiamo se nella progettazione sia stata inserita la figura di uno specialista della vegetazione a forte preparazione botanica e non esclusivamente estetica per il quale queste considerazioni suonano ovvie: ce lo auguriamo.
Sul piano urbanistico poi, che è questione squisitamente politica, è necessario capire quale sia la visione strategica per l’ intero complesso della Camandone che motiva il progetto: se si immagina un intervento finalizzato alla fruizione da parte dei cittadini ed alla creazione di un sistema virtuoso che a fianco di tale fruizione civica preveda la realizzazione di servizi di cittadinanza (Plesso Scolastico, Casa di Comunità del Servizio Sanitario, Centro Socio-ricreativo) o turistici (Ostello della Gioventù o altre Strutture per accoglienza alternativa anche in funzione della ciclabile ligure-tirrenica) non possiamo che rallegrarcene in quanto ciò risponderebbe esattamente a quanto Rifondazione Comunista propone da almeno 20 anni.
Se, viceversa, si vogliono creare le basi per un’ennesima speculazione edilizia offerta su un piatto d’argento ai soliti noti senza alcuna ricaduta di lavoro vero e degno, e magari con l’insediamento di un ennesimo supermercato o centro commerciale, la nostra opposizione sarà ferma e coinvolgerà l’intera cittadinanza del dianese.
Non è difficile del resto ipotizzare che la de-impermeabilizzazione di 15.000 mq di suolo rappresenti moneta di scambio a livello urbanistico per la nuova occupazione della stessa quantità di superficie di altri terreni oggi liberi conseguendo sulla carta una crescita di occupazione di suolo fittiziamente pari a zero.
…a pensar male si commette peccato, ma spesso ci si azzecca…
PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA
CIRCOLO “G.B. ACQUARONE” – DIANO MARINA
26 ottobre 2025








